Malattie del Colon Retto Ano - Centro Pelvi

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Prof. Giuseppe Dodi
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ELETTROMIOGRAFIA E STUDIO DELLA LATENZA DEL NERVO PUDENDO

La rilevazione dell'attività elettrica generata dalle fibre muscolari striate in condizioni basali e durante attività volontaria e riflessa è l'obiettivo dello studio neurofisiologico del pavimento pelvico.

L'elemento funzionale essenziale è rappresentato dal fatto che gli sfinteri anali sono gli unici muscoli striati con attività tonica basale peculiare, costituita da potenziali di unità motoria (PUM) di 50-300 mV ritmici a bassa frequenza (4-8 cicli/s), che viene arricchita durante la contrazione fasica.

Esistono tre diversi metodi di rilevazione: con elettrodo ad ago concentrico, a singola fibra oppure di superficie. Nella diagnostica di routine si utilizzano elettrodi ad ago più precisi rispetto a quelli di superficie. L'indagine standard con ago concentrico consiste nell'introduzione dell'elettrodo nel quadrante laterale sinistro, in corrispondenza dello sfintere esterno, che viene facilmente identificato palpando il solco intersfinterico.

La misurazione viene ripetuta negli altri quadranti. In una fase successiva l'ago viene inserito nel quadrante posteriore ad una profondità maggiore al fine di studiare l'attività del muscolo pubo-rettale. Viene così misurata l'attività dei PUM, sia a riposo che durante l'attività volontaria e riflessa, consentendo in questo modo una valutazione qualitativa e quantitativa dell'innervazione delle fibre muscolari, e permettendo di evidenziare quadri di denervazione acuta o cronica, totale o parziale, e di reinnervazione, nonché di fornire una valutazione della capacità funzionale dell'unità motoria.

Nella contrazione volontaria si osserva un incremento del numero dei PUM con tracciati di interferenza nei quali non è possibile distinguere i singoli potenziali, mentre al ponzamento si registra l'inibizione del tracciato stesso. In presenza di lesioni cicatriziali non si registra alcuna attività elettrica, mentre i quadri di denervazione tipici dell'incontinenza anale sono caratterizzati da un ridotto arricchimento del tracciato di base con comparsa di potenziali isolati di denervazione.

Nei casi gravi si assiste alla comparsa di attività spontanea di denervazione con fenomeni di reinnervazione dai settori circostanti. Un reperto relativamente frequente nella stipsi è la mancata inibizione dell'attività di base al ponzamento, che in taluni casi si evidenzia addirittura con la comparsa di contrazione o almeno di una ricca bouffeè di attività iniziale.

L'elettromiografia (EMG) a singola fibra è un complemento della precedente indagine e consiste nella registrazione, mediante un elettrodo speciale di diametro sottile (circa 250 µm), del potenziale d'azione di una singola fibra. Ripetute rilevazioni nello stesso muscolo consentono di registrare la densità delle fibre muscolari innervate da un singolo assone; un incremento di densità è indicativo di reinnervazione ed è un reperto comune nell'incontinenza anale.

Una terza metodica per lo studio elettrofisiologico è la determinazione del tempo di latenza del nervo pudendo (PNTML), indagine facilmente eseguibile con l'elettrodo cosiddetto del "St. Mark's Hospital". Si tratta di un elettrodo piatto adesivo e monouso che viene fissato al dito indice del guanto esploratore. All'estremità distale è presente la zona stimolante mentre alla base è posta la zona di rilevazione. Lo stimolo applicato dalla punta dell'elettrodo direttamente sul nervo pudendo, identificato in corrispondenza della spina ischiatica, con durata di stimolazione di 0.1-0.2 msec e ampiezza massima di circa 15 mA. La contrazione indotta dallo stimolo viene registrata dalla zona posta alla base del dito: si registra così un onda sullo schermo e viene calcolato il tempo di latenza dallo stimolo all'inizio della contrazione che, nel soggetto normale, è di circa 2 +/- 0.2 msec.

La misurazione viene ripetuta più volte bilateralmente per ricavare il valore medio più corretto. In alcuni pazienti con incontinenza anale si rilevano tempi di latenza molto lunghi e in soggetti con sequele chirurgiche a carico della regione ano-rettale o con prolasso rettale completo si può talvolta dimostrare una notevole differenza del PNTML tra il quadrante destro ed il sinistro; in altri casi può non essere rilevata alcuna contrazione in risposta a stimoli anche massimali.

L'analisi elettromiografica dello sfintere esterno, diviso nelle sue componenti destra e sinistra, permette in una buona percentuale di casi di evidenziare denervazioni e alterazioni della motilità e sensibilità di tipo settoriale. Tale rilievo assume una particolare importanza nei pazienti con deficit sfinterici legati a malformazioni midollari come nei pazienti affetti da cauda equina o lesioni traumatiche del segmento terminale del midollo spinale.

Pur nei limiti della riproducibilità e adeguatezza dell'esame, il prolungamento del tempo di latenza è stato significativamente correlato all'età avanzata oltre che ad una ridotta pressione in contrazione nei pazienti incontinenti.  

Per l'interesse che urologi, ginecologi e chirurghi colorettali dimostrano di avere nei confronti della neurofisiologia del pavimento pelvico, questa metodica di studio si è nel tempo andata sviluppando notevolmente entrando oggi a fare parte integrante della diagnostica funzionale delle affezioni pelvi-perineali. Tuttavia le attuali indicazioni all'esecuzione dell'EMG nella diagnostica dei disturbi ano-rettali appaiono in parte ridimensionate dalla diffusione dell'ecografia transanale e transrettale per la valutazione morfologica dei difetti sfinterici nei pazienti affetti da incontinenza. Permangono invariate le indicazioni all'esecuzione dell'EMG nei casi di denervazione in presenza di strutture anatomicamente intatte e nei pazienti che presentano la sindrome da mancato rilasciamento del puborettale, dove l'EMG appare maggiormente sensibile nell'evidenziare l'alterazione funzionale rispetto ad una indagine morfologica quale defecografia.

L'EMG consente inoltre di dimostrare quadri di reinnervazione in pazienti sottoposti a chirurgia della regione retto-anale o in pazienti con alterazioni neurologiche degenerative primitive. In quest'ottica diventa un esame che, nella sua complementarietà, completa lo studio della regione perianale del paziente che è già stato sottoposto allo studio ultrasonografico e manometrico

In conclusione l'EMG anale, esame di costo medio-elevato, trova indicazioni ridotte rispetto al recente passato con il progressivo diffondersi della diagnostica ultrasonografica nei pazienti con incontinenza. Mantiene altresì piena validità in tutti i quadri di incontinenza anale ove sia presente una patologia primitiva o secondaria di origine muscolare o del secondo motoneurone.

E. Belluco G.Dodi

Per un approfondimento in lingua inglese si può leggere anche la sezione "Diagnosis" su www.pelvicfloordigest.org.

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